
Come si evince dal
rapporto pubblicato dal ministero della salute, sul territorio
polacco nel 2011 si sono eseguiti 669
aborti secondo la legge (28 casi in più
rispetto al 2010 e 131 in più rispetto al 2009). In italia, secondo
la legge 194, nell'anno 2011 ci sono stati 115981 aborti.
In Polonia, come
negli altri paesi, oltre agli aborti ufficiali, ci sono anche quelli
illegali. Avviene anche il fenomeno di ''turismo
abortivo'' – lo spostamento nei paesi
in cui l'aborto ''su richiesta'' non è vietato, in modo tale da
eseguirlo lì.
Nel 2007 la Polonia
ha ratificato il Trattato di Lisbona1
con una clausola di esenzione nei confronti della Carta
sui diritti fondamentali dell’Unione Europea2,
per non perdere la propria sovranità su alcune materie tra cui
aborto.
Il 16 marzo 2008 il
presidente della Polonia Lech Kaczyński ha
detto, che questa restrizione dei diritti dei cittadini è una
soluzione che risulterà la migliore per il paese. Ha aggiunto che le
decisioni del Trattato, unite alla fede
cattolica, devono essere difese il più possibile.
La pillola ''del
giorno dopo'' si può comprare solo con una prescrizione del medico.
Però sia lui che il farmacista hanno il diritto di non acconsentire
alla richiesta, avendo il diritto di agire secondo la loro religione.
Grazie a questo fattore esistono numerosi gruppi di ginecologi che
non sono d'accordo con lo prescrivere le pillole. I ginecologi
argomentano la loro scelta spiegando come esse siano nocive e
distruggenti per il feto. In Polonia l'obiezione
di coscienza morale garantisce questo
diritto al medico, se egli non trova una giustificazione etica.
C'è un altro
aspetto di cui non ci si può dimenticare: secondo i risultati delle
ricerche, in Polonia ci sono milioni di donne che soffrono a causa
della sindrome
post-abortiva (post-abortion
syndrome). E' una sofferenza molto reale, che spesso colpisce anche
chi sta loro più vicino, specialmente il padre o i
bambini viventi. Le donne sentono l'ansia
e un senso di colpa perenne, senso di paura e depressioni gravi. A
questi si aggiungono anomalie somatiche: emicrania, il battito
cardiaco irregolare, malori stomaco-intestinali. Ci sono anche delle
conseguenze spirituali: rimorsi di coscienza, il sapere di aver
ucciso, il peso che si porta dietro per aver infranto il comandamento
''Non uccidere!''. Le donne che hanno abortito non si sentono libere
bensì schiave e mancano di pace interiore ed armonia. Tutte le
situazioni negative della vita le associano a una ''punizione''. Le
piaghe causate dall'aborto si assomigliano a una bomba che prima o
poi dovrà esplodere. La situazione di queste
donne è messa male perché in medicina non si è soliti usare un
nome specifico per descrivere la sindrome post-abortiva. Essa non è
ufficialmente riconosciuta dagli psichiatri. Di conseguenza le donne
vengono spesso derise e abbandonate. Bisogna sottolineare che la
loro voce è la testimonianza più credibile contro l'aborto.

Ovvio,
l'accompagnamento di questo tipo è un grande aiuto. Non
dimentichiamoci però della preghiera: l'adozione
spirituale del bambino concepito. Non è
un'adozione come la pensiamo noi dal punto di vista legislativo. E'
una preghiera detta ogni giorno per 9 mesi – durante il periodo
della gravidanza. Si tratta di un bambino che non si conosce (solo
Dio lo conosce). Non si conoscono nemmeno i suoi genitori. L'adozione
spirituale è combattere per un bambino innocente e indifeso.
1)Il Trattato
di Lisbona, entrato in vigore il 1° dicembre
2009, aumenta i poteri del Parlamento europeo.
2)La Carta
enuncia i diritti e i principi che dovranno essere rispettati
dall'Unione in sede di applicazione del diritto comunitario.
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