08/11/2013

1 Novembre e 2 Novembre in Polonia


La memoria dei morti è una tradizione radicata in tutto il mondo. Essa è una caratteristica propria di tutti noi ed è stata parte di tutte le società umane, che sono vissute sulla Terra, anche nei posti più lontani. In tutto il mondo, dai tempi antichi si celebravano feste e rituali dedicati ai morti. Alla base di ciò si poneva la credenza nell'immortalità dell'anima e la possibilità di un contatto insolito tra i vivi e i morti. Le feste in questione hanno avuto origine dal culto degli avi. Si pensava che le persone viventi dovessero ai loro avi un certo rispett
o, memoria, riconoscimento, offerte e preghiere. Secondo quelle abitudini, le offerte (cibo e bevande) e le preghiere aiutavano le anime nella purificazione nel corso verso la redenzione e la luce eterna. Inoltre, in cambio delle offerte, i morti potevano aiutare i membri della famiglia ancora viventi, nelle loro attività quotidiane.

Ancora nel XVIII secolo sulle terre della Lituania, Prussia, Curlandia e nella parte orientale della Polonia erano tanto diffusi i riti pagani. Si credeva che nella notte precedente al giorno della Commemorazione dei Morti, le ombre dei defunti facessero una processione e uscissero dal cimitero recandosi a Messa e verso le case delle famiglie. Per questo motivo si lasciavano le porte aperte, pane e altro cibo sul tavolo. Questa usanza era praticata soprattutto dagli ortodossi.
In tutte le regioni della Polonia si distribuiva elemosina ai poveri, in cambio della loro intercessione. C'era infatti la credenza che i mendicanti fossero di sicuro ascoltati dalle anime, in quanto uomini di Dio. Il cibo, e in particolare il pane, dato loro, veniva diviso in tante parti quanti erano i defunti della famiglia.
Nelle vicinanze dei cimiteri e agli incroci delle strade si preparavano degli alti falò, per permettere alle anime di riscaldarsi e riposarsi prima del rientro nell'aldilà. Il fuoco garantiva anche protezione dai fantasmi e incantesimi. C'era anche un'altra usanza legata al fuoco. Lo si accendeva sulle tombe delle persone morte per incidenti e soprattutto su quelle dei suicidati.


Questi vecchi culti sono passati nella storia. E' comunque rimasta viva la tradizione della Commemorazione. Nell'anno 998 un monaco di Cluny ha fis preghiera, leggendo i loro nomi ad uno ad uno. Viva è rimasta anche la tradizione in questa giornata di visitare i cimiteri, portare fiori e accendere candele sulle tombe: simbolo dell'eterno ricordo di chi si è addormentato nella speranza di vita nel Paradiso. Lo fanno soprattutto i credenti ma non solo: anche altre persone nel senso di rispetto e di unione fraterna. Di solito le candele si accendono anche nei luoghi di sepoltura abbandonati o di persone anonime o sconosciute, tombe comuni di soldati, di rivoltosi delle insurrezioni, nei luoghi di decapitazione, nei campi di concentramento: nei luoghi della memoria patriotica ma anche sulle tombe di persone particolarmente importanti per la nazione. Vi si tengono veglie di soldati, scout, rappresentanze di varie comunità o organizzazioni. Il ricordo dei morti si trova anche in un'altra dimensione : ci sono concerti, mostre, spettacoli dedicati ad artisti defunti. Si stampano dei fascicoletti o libri per l'occorrenza.
sato la data del 2 Novembre come momento di ricordo soprattutto di chi era ancora nel Purgatorio. I sacerdoti ricordano i defunti nella

E' importante sottolineare il fatto, che mentre la festa di Halloween oppure il messicano Día de los Muertos odierni hanno un carattere di festa gioiosa, la Commemorazione dei Morti in Polonia ha mantenuto un clima di profondo raccoglimento, nostalgia e di riflessione. Secondo tante persone, andando al cimitero alla sera del 1.11 e del 2.11, riuniti in preghiera del rosario, si sente un'atmosfera di una non banale comunione.

Festa di tutti i santi

Solo nel IX secolo la Chiesa ha fissato il giorno della solennità dei santi il 1.11. dedicata ai morti redenti grazie ad adempimento di buone azioni e preghiera nel corso della vita. Il 1.11 è in Polonia un giorno libero dal lavoro, che permette alle persone di percorrere lunghe distanze per andare a visitare le tombe dei loro cari. Questa festa era anche libera dal lavoro nel periodo del governo del partito comunista (1952-1989), il quale, senza grossi risultati, voleva trasformare la festa cristiana in qualcosa di assolutamente laico.

poesia di Don Jan Twardowski (1915-2006):
''Śpieszmy się kochać ludzi – tak szybko odchodzą'' (traduzione di Anna Kamienska)

Sbrighiamoci ad amare gli altri - così presto se ne vanno
lasciandosi dietro le scarpe e il telefono muto
soltanto ciò che è irrilevante come una mucca si trascina
ciò che più conta è così fulmineo che di colpo accade
poi il silenzio normale così insopportabile
come la purezza nata nel modo più semplice dallo sconforto
quando pensiamo a qualcuno dopo averlo perduto.

Non esser certo che hai tempo perché la certezza è incerta
ci toglie la sensibilità come pure ogni gioia
giunge al tempo stesso come il patos e il buonumore
come due passioni sempre più deboli di una sola
così presto se ne vanno come il tordo tacciono a luglio
come un suono alquanto sgraziato o come un arido saluto
per vedere veramente chiudono gli occhi
benché ci sia più pericolo a nascere che a morire
amiamo sempre troppo poco e ogni volta troppo tardi.

Non scrivere di ciò troppo spesso ma una volta per tutte
e sarai così come il delfino mite e vigoroso.

Sbrighiamoci ad amare gli altri - così presto se ne vanno
e quelli che non se ne vanno non sempre torneranno
e non si sa mai parlando di amore
se il primo sia l’ultimo o l’ultimo il primo.



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