La memoria dei morti è una tradizione
radicata in tutto il mondo. Essa è una caratteristica propria di
tutti noi ed è stata parte di tutte le società umane, che sono
vissute sulla Terra, anche nei posti più lontani. In tutto il mondo,
dai tempi antichi si celebravano feste e rituali dedicati ai morti.
Alla base di ciò si poneva la credenza nell'immortalità
dell'anima e la possibilità di un contatto insolito tra i vivi e
i morti. Le feste in questione hanno avuto origine dal culto degli
avi. Si pensava che le persone viventi dovessero ai loro avi un certo
rispett
o, memoria, riconoscimento, offerte e preghiere. Secondo
quelle abitudini, le offerte (cibo e bevande) e le preghiere
aiutavano le anime nella purificazione nel corso verso la redenzione
e la luce eterna. Inoltre, in cambio delle offerte, i morti potevano
aiutare i membri della famiglia ancora viventi, nelle loro attività
quotidiane.
Ancora nel XVIII secolo sulle terre
della Lituania, Prussia, Curlandia e nella parte orientale della
Polonia erano tanto diffusi i riti pagani. Si credeva che nella notte
precedente al giorno della Commemorazione dei Morti, le ombre dei
defunti facessero una processione e uscissero dal cimitero recandosi
a Messa e verso le case delle famiglie. Per questo motivo si
lasciavano le porte aperte, pane e altro cibo sul tavolo. Questa
usanza era praticata soprattutto dagli ortodossi.
In tutte le regioni della Polonia si
distribuiva elemosina ai poveri, in cambio della loro intercessione.
C'era infatti la credenza che i mendicanti fossero di sicuro
ascoltati dalle anime, in quanto uomini di Dio. Il cibo, e in
particolare il pane, dato loro, veniva diviso in tante parti quanti
erano i defunti della famiglia.
Nelle vicinanze dei cimiteri e agli
incroci delle strade si preparavano degli alti falò, per permettere
alle anime di riscaldarsi e riposarsi prima del rientro nell'aldilà.
Il fuoco garantiva anche protezione dai fantasmi e incantesimi. C'era
anche un'altra usanza legata al fuoco. Lo si accendeva sulle tombe
delle persone morte per incidenti e soprattutto su quelle dei
suicidati.
Questi vecchi culti sono passati nella
storia. E' comunque rimasta viva la tradizione della Commemorazione.
Nell'anno 998 un monaco di Cluny ha fis preghiera, leggendo i loro nomi
ad uno ad uno. Viva è rimasta anche la tradizione in questa giornata
di visitare i cimiteri, portare fiori e accendere candele
sulle tombe: simbolo dell'eterno ricordo di chi si è
addormentato nella speranza di vita nel Paradiso. Lo fanno
soprattutto i credenti ma non solo: anche altre persone nel senso di
rispetto e di unione fraterna. Di solito le candele si accendono
anche nei luoghi di sepoltura abbandonati o di persone anonime o
sconosciute, tombe comuni di soldati, di rivoltosi delle
insurrezioni, nei luoghi di decapitazione, nei campi di
concentramento: nei luoghi della memoria patriotica ma anche
sulle tombe di persone particolarmente importanti per la nazione.
Vi si tengono veglie di soldati, scout, rappresentanze di varie
comunità o organizzazioni. Il ricordo dei morti si trova anche in un'altra dimensione : ci sono concerti, mostre, spettacoli dedicati ad
artisti defunti. Si stampano dei fascicoletti o libri per
l'occorrenza.
sato la data del 2 Novembre
come momento di ricordo soprattutto di chi era ancora nel Purgatorio.
I sacerdoti ricordano i defunti nella
E' importante sottolineare il fatto,
che mentre la festa di Halloween oppure il messicano Día
de los Muertos odierni hanno un carattere di festa gioiosa, la
Commemorazione dei Morti in Polonia ha mantenuto un clima di profondo
raccoglimento, nostalgia e di riflessione. Secondo tante persone,
andando al cimitero alla sera del 1.11 e del 2.11, riuniti in
preghiera del rosario, si sente un'atmosfera di una non banale
comunione.
Festa di tutti i santi
Solo nel IX secolo la Chiesa ha fissato
il giorno della solennità dei santi il 1.11. dedicata ai morti
redenti grazie ad adempimento di buone azioni e preghiera nel corso
della vita. Il 1.11 è in Polonia un giorno libero dal lavoro, che
permette alle persone di percorrere lunghe distanze per andare a
visitare le tombe dei loro cari. Questa festa era anche libera dal
lavoro nel periodo del governo del partito comunista (1952-1989), il
quale, senza grossi risultati, voleva trasformare la festa cristiana
in qualcosa di assolutamente laico.
poesia di Don Jan Twardowski (1915-2006):
''Śpieszmy się kochać ludzi –
tak szybko odchodzą'' (traduzione
di Anna Kamienska)
Sbrighiamoci ad amare gli altri - così
presto se ne vanno
lasciandosi dietro le scarpe e il
telefono muto
soltanto ciò che è irrilevante come
una mucca si trascina
ciò che più conta è così fulmineo
che di colpo accade
poi il silenzio normale così
insopportabile
come la purezza nata nel modo più
semplice dallo sconforto
quando pensiamo a qualcuno dopo averlo
perduto.
Non esser certo che hai tempo perché
la certezza è incerta
ci toglie la sensibilità come pure
ogni gioia
giunge al tempo stesso come il patos e
il buonumore
come due passioni sempre più deboli di
una sola
così presto se ne vanno come il tordo
tacciono a luglio
come un suono alquanto sgraziato o come
un arido saluto
per vedere veramente chiudono gli occhi
benché ci sia più pericolo a nascere
che a morire
amiamo sempre troppo poco e ogni volta
troppo tardi.
Non scrivere di ciò troppo spesso ma
una volta per tutte
e sarai così come il delfino mite e
vigoroso.
Sbrighiamoci ad amare gli altri - così
presto se ne vanno
e quelli che non se ne vanno non sempre
torneranno
e non si sa mai parlando di amore
se il primo sia l’ultimo o l’ultimo
il primo.
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